Possiamo definire cause “meccaniche” tutti quei fattori che hanno una correlazione diretta con il movimento o con le caratteristiche congenite di ossa o muscoli.Chi ha problematiche cervicali indotte prevalentemente da cause meccaniche, ha in genere alcuni sintomi tipici:
- Un dolore riscontrabile in maniera nettamente più definita più da un lato del corpo piuttosto che dall’altro
- Un dolore che viene percepito o acutizzato da movimenti ben precisi
- Sintomi di tali dolori che migliorano con il riposo
- Sintomatologia limitata all’area muscolo-scheletrica
- Un affievolimento o la scomparsa della sintomatologia derivante dall’attività fisica
Andiamo dunque ad approfondire quali sono le cause meccaniche che possono provocare problematiche cervicali:
Traumi
Per quanto attiene i traumi cervicali possiamo farvi rientrare tutte le distorsioni del rachide nella sua sezione cervicale. Tali distorsioni avvengono nel caso in cui il collo sia stato forzato sino ai limiti della sua Possibilità di movimento, e questo ha provocato una più o meno significativa lesione di tendini e legamenti. Vari eventi possono provocare un trauma al nostro collo, da un incidente sportivo ad un tamponamento in auto, da una caduta domestica ad un peso eccessivo sollevato a lavoro: quale che sia la sua origine ci che definisce il trauma è che l’intensità sia stata sufficiente a far avvertire un certo dolore o blocco.
Dobbiamo per a questo punto puntare i riflettori su una considerazione importante: molte persone cominciano ad avvertire un disturbo cervicale cronico a seguito di un trauma apparentemente banale, per esempio un piccolo incidente in auto, il sollevamento di un oggetto pesante, la richiesta esaudita di venir preso sulle spalle da parte di un nipotino. Com’è possibile che un gesto o un incidente così banale possa aver provocato così tanti danni? La risposta è spesso tanto semplice quanto poco considerata: queste persone avevano già un problema latente, ed il trauma è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
In casi di grandi traumi, il pericolo maggiore pu derivare dall’instabilità vertebrale. Questa maggiore instabilità è dovuta al fatto che alcuni legamenti si sono lesionati, e non riescono a contenere le ossa allo stesso modo di prima, i muscoli dovranno dunque caricarsi di un surplus di lavoro e, se sono deboli a causa di molte ore di inattività quotidiana alla scrivania o davanti alla televisione, non riusciranno a far fronte alla sfida infiammandosi e creando seri problemi alle articolazioni.
Nel caso in cui si fosse subito un trauma cervicale importante, assicuratevi di aver fatto tutti gli accertamenti del caso, ed iniziate immediatamente un programma di riabilitazione e di rafforzamento della muscolatura cervicale, oltre a sviluppare nuove e migliori abitudini posturali.
Problemi congeniti
Il problema vertebrale congenito per eccellenza è sicuramente la scoliosi. La scoliosi è una curvatura anomala della colonna vertebrale, che vista posteriormente, appare come una “S” anziché come una “I” Nel caso in cui la scoliosi fosse significativa (scoliosi lieve 10-20° Cobb – scoliosi moderata 20-40° Cobb – scoliosi grave oltre i 40° Cobb), la forza di tensione che arriva alle vertebre cervicali è sicuramente maggiore di quanto non sarebbe se la colonna rispettasse la fisiologia.
Per “raddrizzare” una scoliosi non si puoi fare molto ma è necessario sapere che anche in caso gravi è necessario lavorare su tutto il corpo e non solamente sui punti di curvatura del rachide. Oltre alla scoliosi, è possibile riscontrare anche molti altri problemi congeniti: da un restringimento del canale midollare (stenosi) a vertebre mancanti o saldate tra loro fino ad arrivare ad una non completa formazione del rachide. Anche in questi casi, una corretta attività fisica, quotidiana e senza sforzi inutili o eccessivi, pu migliorare notevolmente la qualità della vita.
Posture e sovraccarichi
Per postura si intende l’adattamento personalizzato di ogni individuo all’ambiente fisico, psichico ed emozionale; in altre parole è il modo con cui reagiamo alla forza di gravità e comunichiamo con il mondo circostante.
L’equilibrio è garantito da importanti meccanismi fisiologici ai quali contribuiscono principalmente, oltre alla corteccia cerebrale, l’apparato vestibolare, i recettori visivi, gli esterocettori di tatto e pressione (della pianta dei piedi in particolare) e dei propriocettori di capsule articolari, tendini, muscoli e visceri (enterocettori).
Qualunque causa in grado di modificare l’equilibrio, dovunque posta lungo l’asse cefalo-podalico, avrà riflessi immediati, trasmessi per via ascendente o discendente lungo le catene muscolari, su tutti gli altri segmenti corporei, modificandoli con rotazioni e/o traslazioni di compenso. E’ evidente che qualsiasi forza (di spinta, trazione, rotazione ecc.) agisca sul sistema cibernetico “uomo”, avrà in risposta un atteggiamento di compenso che si spalmerà in senso centrifugo, dal punto di applicazione della forza verso i distretti corporei circostanti, fino a interessare l’intero organismo. Avviene così una riprogrammazione del sistema posturale e dell’equilibrio che comporta modifiche delle principali vie afferenti, sia fisiologiche sia, dopo un certo periodo di tempo, perfino anatomiche.
Tali “alterazioni”, verranno fissate a livello corticale, a vari livelli, tramite memorie biochimiche corpuscolari (acetilcolina, noradrenalina, apomorfina, ioni calcio e potassio ecc.) che poi divengono anatomiche per vero e proprio contatto tra neuroni (gap-junctions), sia a livello del sistema nervoso centrale che periferico.
Questo fenomeno viene definito engramma motorio e rappresenta l’insieme delle esperienze motorie memorizzate dall’individuo come programmazione attivante il sistema feed-forward (anticipatorio) responsabile dell’attivazione neuro-motoria diretta. Quanto più ripeteremo, in maniera cosciente o inconscia, tali gesti motori programmati, tanto più rinforzeremo, al pari di un condizionamento neuroassociativo, quell’engramma motorio.
Se tale dinamica motoria risulterà rientrare nell’ambito della fisiologia si andrà incontro ad un corretto sviluppo corporeo ma, se al contrario le forze in gioco uscissero da tale ambito, potrà nel tempo insorgere la patologia là dove il sistema non fosse in grado di ammortizzare la spinta compensatoria.
Errori posturali quindi, anche modesti, col passare del tempo sono in grado di causare prima disagi e poi patologie:
- sovraccarichi con conseguente degenerazione articolare (artrosi, meniscopatie ecc.)
- irrigidimenti e degenerazioni dei tessuti elastici (tendinopatie, miopatie ecc.)
- intrappolamento dei nervi
- blocchi respiratori
- disturbi digestivi
- cattiva circolazione
- problemi di equilibrio- ecc.
Diviene dunque fondamentale tornare a lavorare quanto prima su una “ricalibrazione” posturale del proprio corpo che prenda in considerazione non solo la parte meccanica, quanto anche la parte propriocettiva e di controllo neurologico ed emozionale. Nei nostri corsi, sia on line che in presenza ci occupiamo proprio di questi aspetti, andando a lavorare, per 90 minuti ogni lezione, a 360° su tutti gli aspetti posturali dell’individuo.