Quando lo spotting è normale e quando potrebbe indicare un problema: le cause e i sintomi da non sottovalutare
Il termine “spotting” deriva dall’inglese “to spot”, ovvero “macchiarsi”. In ambito ginecologico, con “spotting” si intende la perdita di piccole quantità di sangue proveniente dall’utero fuori dal contesto del normale ciclo mestruale.
Lo spotting, ovvero la presenza di piccole macchie di sangue che possono comparire prima o dopo il ciclo mestruale, è una condizione che molte donne sperimentano nel corso della loro vita. Sebbene possa destare preoccupazione, è importante sapere che le perdite di sangue dopo il ciclo o prima, nella maggior parte dei casi, rappresentano un fenomeno diffuso, benigno e transitorio.
Tuttavia, quando lo spotting si presenta con regolarità, o è accompagnato da altri sintomi, potrebbe essere indicativo di un problema di salute che richiede attenzione medica.
In questo articolo esploreremo le cause principali dello spotting, cosa potrebbe indicare e quando è il caso di consultare un medico.
Cosa si intende per spotting?
Lo spotting è il termine utilizzato per descrivere il sanguinamento vaginale leggero che avviene al di fuori del normale ciclo mestruale. Questo tipo di sanguinamento è generalmente molto meno abbondante rispetto a una mestruazione normale e può variare dal colore rosa chiaro al rosso scuro o marrone. Lo spotting può durare da poche ore a qualche giorno e può verificarsi sia prima che dopo il ciclo mestruale.
Durante l’età fertile, a metà ciclo, in corrispondenza con l’ovulazione, lo spotting può essere un fenomeno fisiologico. Tuttavia, prima di arrivare a questa conclusione, è bene che la donna riferisca al proprio ginecologo di queste perdite per escludere le altre cause dello spotting.
Quando lo spotting si manifesta in età post fertile merita un’attenta valutazione, poiché può essere un campanello d’allarme di patologie più gravi; infatti, in menopausa è uno dei primi indici di patologie oncologiche a carico dell’endometrio o dell’utero.
Il 10% delle donne che assume la pillola anticoncezionale soffre di spotting nei primi mesi di terapia contraccettiva.
Cause comuni
Lo spotting non deve mai essere sottovalutato; nonostante nella maggior parte dei casi rappresenti una condizione innocua ed assolutamente reversibile, necessita della valutazione di uno specialista ginecologo.
La paziente viene sottoposta ad una visita ginecologica che mira ad individuare le cause di spotting; sarà cura del ginecologo, qualora lo ritenga opportuno, prescrivere esami come analisi del sangue (coagulazione, dosaggi ormonali, emocromo), ecografia trans vaginale, pap test, colposcopia, isteroscopia, ecografia pelvica e laparoscopia.
Di seguito, esamineremo alcune delle cause più comuni.
- Ovulazione
Uno dei momenti in cui può verificarsi lo spotting è durante l’ovulazione, che avviene circa a metà del ciclo mestruale. Durante l’ovulazione, un follicolo ovarico si rompe per rilasciare un ovulo, e questo processo può causare una leggera perdita di sangue. Questo spotting è generalmente di breve durata e non dovrebbe essere motivo di preoccupazione. - Impianto dell’embrione
Lo spotting può anche verificarsi a causa dell’impianto dell’embrione, se si è in una fase precoce della gravidanza. Questo tipo di sanguinamento è noto come “sanguinamento da impianto” e avviene quando l’ovulo fecondato si attacca alla parete dell’utero. Questo fenomeno di solito si verifica una settimana circa dopo l’ovulazione ed è uno dei primi segni di gravidanza per alcune donne. - Contraccettivi
I metodi anticoncezionali (pillola estroprogestinica, anello vaginale, cerotto, spirale) hanno un ruolo nel determinare la comparsa di spotting come effetto collaterale transitorio. Nei primi 2-3 mesi d’assunzione l’estroprogestinico potrebbe causare spotting, perché l’organismo si deve adattare alla modulazione ormonale oppure si manifesta quando il dosaggio estro progestinico è troppo basso.
Lo spotting che si protrae oltre i primissimi mesi d’assunzione del contraccettivo, invece, non dipende tanto dal dosaggio troppo basso, quanto piuttosto dalla frequenza di assunzione non regolare dello stesso. Per quanto riguarda la spirale, potrebbe essere dovuto ad un inserimento scorretto della stessa. - Squilibri ormonali
Gli squilibri ormonali, come quelli causati da disturbi della tiroide, sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) o perimenopausa, possono causare spotting. In questi casi, i livelli di estrogeni e progesterone possono essere alterati, influenzando il normale ciclo mestruale e portando a sanguinamenti anomali. Gli squilibri ormonali possono anche causare altri sintomi, come irregolarità mestruali, aumento di peso e acne. - Stress
Lo stress fisico o emotivo può influenzare il ciclo mestruale e causare spotting. Lo stress può interferire con la produzione di ormoni che regolano il ciclo mestruale, portando a un’ovulazione ritardata o assente, che a sua volta può causare sanguinamenti irregolari. Anche cambiamenti significativi nello stile di vita, come la perdita o il guadagno di peso, possono influenzare il ciclo. - Infezioni e malattie sessualmente trasmissibili (MST)
Alcune infezioni, come quelle batteriche o virali, e le malattie sessualmente trasmissibili possono causare spotting. Queste condizioni possono infiammare il rivestimento dell’utero o della cervice, portando a sanguinamento. Lo spotting dovuto a infezioni è spesso accompagnato da altri sintomi, come dolore pelvico, prurito, o secrezioni vaginali anomale. - Endometriosi
L’endometriosi è una condizione in cui il tessuto endometriale, che normalmente riveste l’interno dell’utero, si sviluppa al di fuori dell’utero stesso, causando dolore e sanguinamento anomalo. Lo spotting può essere uno dei sintomi dell’endometriosi, insieme a mestruazioni dolorose, dolore durante i rapporti sessuali e infertilità.
Quando consultare un medico?
Sebbene lo spotting sia spesso benigno, ci sono alcune circostanze in cui è consigliabile consultare un medico:
- Se è persistente: se il sanguinamento si verifica regolarmente o dura per più cicli consecutivi, è importante indagare la causa.
- Se è accompagnato da dolore: dolori addominali o pelvici intensi, insieme allo spotting, potrebbero indicare una condizione medica che richiede attenzione.
- Se si verifica durante la menopausa: qualsiasi sanguinamento vaginale dopo la menopausa dovrebbe essere valutato da un medico.
- Se si sospetta una gravidanza: lo spotting in gravidanza può essere normale, ma è comunque importante verificarlo con il proprio medico.
Lo spotting, sebbene spesso innocuo, può essere fonte di preoccupazione per molte donne. Conoscere le possibili cause può aiutare a capire quando è necessario preoccuparsi e quando si tratta di un fenomeno normale.
Se lo spotting è persistente, accompagnato da altri sintomi o se si sospetta una condizione medica, consultare un medico è la scelta migliore. La diagnosi precoce e un trattamento adeguato possono prevenire complicazioni e garantire una buona salute riproduttiva.
La terapia, ove necessaria, è strettamente legata alla tipologia di causa scatenante.
Si può agire preventivamente cercando di contrastare con un buon stile di vita quei fattori che potrebbero agire sull’equilibrio ormonale come stress, alimentazione, fumo, attività fisica.